giovedì 10 ottobre 2013

MANDATO DI ARRESTO EUROPEO: ORA LA E' DISPUTA TRA CROAZIA E UNGHERIA

Di Marina Szikora [*]
Tra Croazia e Ungheria sempre piu’ aspre le discussioni sulla questione Ina-Mol. Ad aumentare le divergenze e’ la decisione delle autorita’ giudiziarie croate di spiccare un mandato di arresto internazionale, emesso tramite l’Interpol, ed europeo nei confronti del presidente della multinzionale petrolifera ungherese Mol, Zsolt Hernadi. La decisione di ricorrere al mandato di cattura internazionali e’ stata presa settimana scorsa dopo che le autorita’ ungheresi a piu’ riprese si sono rifiutate di consegnare a Hernadi il mandato di comparizione emesso dai giudici croati. La Procura croata (DORH) sospetta che il dirigente della MOL aveva corrotto l’ex premier croato Ivo Sanader offrendogli una tangente di 5 milioni di euro in cambio dei diritti di gestione della compagnia petrolifera di stato croata INA alla MOL. Proprio per questi atti illeciti, Sanader e’ stato condannato in primo grado nel 2012 a 10 anni di carcere.

La MOL ungherese ritiene la decisione delle autorita’ giudiziarie croate di spiccare il mandato di arresto nei confronti di Hernadi illegale e scandalosa e annuncia di voler battersi con tutti i mezzi legali disponibili contro questo atto. Per il momento, i due governi che sin dai tempi dell’indipendenza della Croazia curano ottime relazioni bilaterali si pronunciano piuttosto con cautela a riguardo di questo argomento. Tuttavia il ministro degli esteri ungherese, Janos Martony ha rinunciato a partecipare al Forum sulla sicurezza energetica che settimana scorsa si e’ svolto in Croazia, a Dubrovnik. Il governo ungherese del premier Viktor Orban annuncia la possibilita’ di vendere le quote che la MOL detiene nell’INA. Attualmente la MOL controlla circa il 49,1 per cento del capitale azionario della INA.

In una intervista alla radio ungherese, il premier Orban che davanti a se ha le elezioni tra un anno, ha detto che la Croazia deve esaminare l’aquisto delle quote che la MOL detiene nell’INA per evitare danni alle relazioni bilaterali. “La qualita’ eccellente delle relazioni tra Ungheria e Croazia sono molto preziose. Cosi’ preziose da non permettere di danneggiarle con la questione di una compagnia o di affari” ha detto Orban riconsocendo il diritto di ogni governo o stato di decidere autonomamente se e quando cedere le proprie quote in una societa’. Orban ha aggiunto che anche in Ungheria si e’ avuto casi analoghi. Esistono pero’ metodi per farlo in modo da rendere tale operazione accettabile a tutte le parti coinvolte. Una separazione puo’ avvenire anche in modo civilizzato, ha detto il primo ministro ungherese aggiungendo che il contenzioso va visto esclusivamente come un conflitto di affari. Budapest sottolinea che la MOL ha rispettato tutti gli obblighi assunti nei confronti della Croazia, a differenza di Zagabria, investendo circa tre miliardi di euro.

Settimana scorsa, alla riunione dei ministri della giustizia dell’Europa centrale svoltasi a Veszprem, in Ungheria, il vice presidente del governo ungherese e ministro della giustizia Tibor Navracsics ha accolto con amicizia il suo college croato Orsat Miljenić. I due ministri hanno voluto respingere ogni riferimento a tensioni tra i due paesi. Secondo Navracsics la situazione si calmera’ e le due parti guardano con molta fiducia al prossimo 25 ottobre quando i premier ungherese e croato si incontreranno al Consiglio europeo a Bruxelles. Questo incontro dovrebbe portare anche delle conclusioni concrete e uno scenario di come proseguire sulla questione. Il governo croato si astiene da commenti per quanto riguarda le reazioni dell’esecutivo ungherese e Banski dvori (la sede del governo croato) ribadiscono che in Croazia il governo non ha modo di influenzare l’operato degli organi giudiziari.

Secondo i media croati, si sa che i soldi per comprare le azioni della MOL non ci sono e vi e’ altrettanto il dubbio che gli annunci da parte del premier ungherese sulla vendita delle azioni e’ soltanto in funzione di pressioni sulla giustizia croata e sul team dei negoziati in corso. L’ipotesi dell’acquisto da parte del governo croato, sempre secondo i media sarebbe il meno probabile. Un secondo scenario sarebbe l’aquisto da parte di una terza parte. Le piu’ menzionate sono le compagnie russe, Gazprom, Rosneft e Lukoil, ma si parla anche della ENI italiana. Terzo scenario sarebbe uno status quo in cui le proprieta‘ sulle azioni rimarebbero tali quali con pero‘ un funzionamento della compagnia essenzialmente diverso. Sulla direzione di tali cambiamenti influirebbe notevolmente l’esito del processo contro Sanader ma anche i negoziati tra il governo croato e la MOL iniziati il mese scorso.

Anche se e’ mancato l’incontro dei ministro degli esteri croata e ungherese al Forum energetico a Dubrovnik, Vesna Pusić e Janos Martonyi si sono incontrati a Budva, in Montenegro, a latere di una riunione sulle integrazioni europee di questo paese. Dichiarazioni non ci sono state ma la ministro Pusić, rientrando in Paese ha detto che e’ stato concluso quanto sia nell’interesse dei due paesi che continuino i negoziati tra la MOL e il governo croato. “Le relazioni tra i due paesi sono estremamente importanti e a lungo termine molto piu’ importanti rispetto ai singoli problemi, quale che sia il loro peso” ha detto Vesna Pusić. Ultima notizia arriva dalla Procura ungherese la quale ribadisce di aver condotto indagini nei confronti di Hernadi, le accuse sono state rifiutate e i risultati delle indagini mandati in Croazia. In base a questo, e’ la conclusione della Procura ungherese, il mandato di arresto europeo non e’ valido nei confine del Paese e l’Ungheria non estradera’ Hernadi il quale resta alla guida della MOL, informa la compagnia ungherese.

[*] Il testo è la trascrizione di parte della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 10 ottobre a Radio Radicale


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