lunedì 26 gennaio 2015

RESISTENZE NAZIONALISTE AL MERCATO EUROPEO DELL'ENERGIA

Di Marina Szikora
L'Unione Europea sta entrando nella lotta sull'energia con i governi nazionalisti. Cosi' un articolo dell'Economist britannico. In questo testo si rileva che secondo l'opinione della Commissione europea, l'energia dovrebbe scorrere liberamente ai membri dell'Ue e circolarvi liberamente tra di loro. Ma per quanto riguarda questo argomento, il commissario per l'energetica, Maros Sefcovic ha due avversari. Uno e' la Russia, che cerca di mantenere il forte controllo sulla fornitura del gas in Europa dell'Est. L'altro sono i governi nazionali dell'Ue e le compagnie nella loro proprieta'. A loro piace l'influenza che hanno sui mercati energetici nazionali ma non piace il fatto che il traffico transconfinale del gas e dell'energia elettrica erode questa influenza, scrive l'Economist. Osserva che l'Ue con la Russia ha raggiunto un certo avanzamento. Finora, quest'inverno ha evitato il blocco della fornitura di gas. La Slovacchia di Sefcovic e' stata sollecitata di mandare il gas all'Est, in Ucraina, il che ha capovolto la direzione consueta della fornitura. L'Ue preme l'Ucraina di riformare il suo settore energetico, e soprattutto di introdurre i misuratori del gas al confine con la Russia, piuttosto che appoggiarsi sui misuramenti ai distributori in paese. Molti vedono l'insufficienza dei misuratori come la fonte principale della corruzione, prosegue il giornale britannico. Precisa che la Commissione ha proclamato che il South Stream nella sua forma primaria sia illecito: non e' permesso che la stessa compagnia si occupi della manutenzione del gasdotto e possiede il gas che ci trascorre.



La Russia ha chiamato fortemente i paesi in cui ha una certa influenza come l'Austria, Bulgaria e Croazia di contrapporsi alla Commissione, ma non vi e' riuscita. Il presidente russo, Vladimir Putin per questa ragione ha disdetto bruscamente il progetto lo scorso dicembre, ricorda l'Economist.
La costruzione del TANAP, un gasdotto piu' piccolo che ha ottenuto l'appoggio dell'Ue e' ancora in progetto ma questo non aiutera' i paesi che con la caduta del South Stream si sono trovati a disagio e questo riguarda soprattutto l'Ungheria e la Bulgaria. Sefcovic tenta di aiutare entrambi i paesi. Preme la Croazia di costruire il terminale LNG per il gas liquido naturale e di permettere il suo trasporto fino all'Ungheria. Grazie al nuovo terminale per LNG in Lituania questo paese ha gia' assicurato un prezzo di gas piu' conveniente dalla Russia. Ma il modo migliore per aiutare i paesi vulnerabili e' la costruzione del gasdotto e delle reti elettriche per il collegamento e per garantire le forniture a due direzioni di questi sistemi, precisa l'Economist.

La promozione di tali “collegamenti” sara' la grande priorita' dell'unione energetica che e' il progetto dell'Ue che Sefcovic presentera' alla riunione che si svoglera' a Riga il prossimo 6 febbraio.
Con l'unione energetica l'Europa dovrebbe diventare piu' verde, piu' sicura, piu' economica, piu' di risparmio e piu' moderna. Ma ci sono delle difficolta'. I soldi per i nuovi progetti ce ne sono in abbondanza, ma questi progetti durano troppo lungo. Secondo le parole del commissario Sefcovic, una durata media dei progetti infrastrutturali dell'Ue e' di 10 anni. Le tensioni con la Russia relative all'Ucraina l'anno scorso hanno rallentato il lavoro dell'Unione. Ma dopo aver visto che Putin a prima vista ha rigettato tranquillamente il South Stream, la Commissione potrebbe pensare che adesso e' un periodo buono per mostrare chi e' il capo, conclude l'Economist.


Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata inonda il 25 gennaio a Radio Radicale

Nessun commento:

Posta un commento