giovedì 27 marzo 2014

UCRAINA: LA SERBIA TRA IL MARTELLO RUSSO E L'INCUDINE EUROPEO

La crisi in Ucraina e l'annessione della Crimea da parte della Russia potrebbe avere ripercussioni negative per la Serbia e il negoziato di adesione all'Unione Europea

Di Marina Szikora
La Serbia potrebbe trovarsi in una posizione scomoda per quanto riguarda la crisi in Ucraina. Secondo i media di Belgrado, la Serbia non cedera’ alle richieste di Bruxelles e dei piu’ potenti paesi dell’Unione Europea e quindi non si assocerà agli Stati che stanno introducendo sanzioni contro la Russia. Come recentemente scritto su ‘Večernje novosti’ di Belgrado, e citando fonti autorevoli, le autorità serbe starebbero conducendo colloqui con i partner, sia a Bruxelles sia a Mosca, per spiegare la posizione specifica della Serbia e chiedere comprensione per “un atteggiamento bilanciato” di Belgrado. Secondo il giornale, alla Serbia non è stato chiesto direttamente di seguire la rotta di Bruxelles, ma è stato rilevato che in quanto Paese che ha iniziato i negoziati di adesione deve adeguare le sue azioni di politica estera con quelle dell’Unione se ha intenzione di avanzare su questo cammino.

Secondo l'emittente indipendente B92 “l’unica cosa inaccettabile per Bruxelles sarebbe un aperto posizionamento [della Serbia] dalla parte della Russia”. Appena sarà formato il nuovo governo, ha affermato il ministro degli Esteri uscente Ivan Mrkić, saranno rilevate più precisamente le posizioni che, come è stato fino ad ora, si baseranno sul diritto internazionale e sui principi universalmente adottati per regolare le relazioni internazionali. Jelko Kacin, eurodeputato sloveno e relatore per la Serbia al Parlamento europeo, ha detto invece che Bruxelles si aspetta che Belgrado adegui la propria posizione verso la crisi ucraina in base a quella dell’Unione, ricordando che un altro paese impegnato nei negoziati di adesione - il Montenegro - lo ha già fatto.

La posizione della Serbia rispetto alla situazione in Ucraina deve essere e sarà pienamente responsabile e non sarà definita dal governo tecnico: la Serbia rispetterà gli obblighi derivanti dal processo di adesione all’UE e non avrà atteggiamenti ostili nei confronti della Russia, ha assicurato, da parte sua, il vincitore delle elezioni e futuro premier Aleksandar Vučić. Ad una conferenza stampa, in seguito al suo incontro con il leader dei serbi bosniaci, Milorad Dodik, Vučić ha rilevato che la Serbia è’ a favore del rispetto delle norme internazionali e dell'integrità territoriale degli Stati, ma ha aggiunto che “lezioni su questo non le possono dare quelli che con leggerezza hanno calpestato l’integrità territoriale della Serbia”. Vučić ha aggiunto che il governo deve lavorare come una squadra e che esso non sarà né russo, né tedesco, bensì serbo e salvaguarderà gli interessi dei cittadini della Serbia. In questo, ha chiesto apertamente quale dovrebbe essere una politica migliore: quella di introdurre sanzioni alla Russia, appoggiare la violazione dell’integrità territoriale, il che significherebbe rinunciare al Kosovo, oppure voltare le spalle all’Unione Europea?

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 27 marzo a Radio Radicale

Nessun commento:

Posta un commento