giovedì 6 febbraio 2014

I BALCANI ALLA CONFERENZA DI MONACO SULLA SICUREZZA

Dacic, Ashton e Thaci alla conferenza di Monaco
Di Marina Szikora
Lo scorso fine settimana, Monaco di Baviera e' stata una specie di centro del mondo politico. La 50esima Conferenza sulle politiche di sicurezza durata tre giorni ha avuto presenti una ventina di capi di stato e di governo, novanta delegazioni e circa 50 tra ministri ed esperti. Quest'anno molti i temi caldi, relativi a tutto cio' che accade attualmente nel mondo e che appesantisce la realta' politica e non solo del Globo. Dalla crisi siriana, al processo di pace nel Medio Oriente, la sicurezza nell'era del digitale, il dossier nucleare, ma inevitabilmente anche la crisi politica in Ucraina, come anche il dialogo tra Belgrado e Priština. A nome dell'Italia, presenti la ministro degli Esteri Emma Bonino e il ministro della Difesa Mario Mauro.

Ad uno dei panel, intitolato “Forza globale e sicurezza regionale: Europa, America ed Asia”, e' intervenuto anche il presidente della Croazia Ivo Josipović. All'inizio della conferenza vi e' stato un incontro bilaterale tra Josipović e l'ospite della conferenza, il presidente della Germania Joachim Gauck. Un occasione questa in cui si e' parlato dei primi sei mesi della Croazia in quanto neo stato membro dell'Ue. Secondo le parole di Josipović, e' stata illustrata un'immagine reale che parla di molto ottimismo per l'ingresso ma anche di problemi economici seri che tentano di essere superati. Nel suo intervento poi al panel, il capo dello stato croato ha rilevato che la speranza per un futuro migliore e un piano chiaro come realizzarlo sono cruciali per ostacolare e risolvere i conflitti. Per la Croazia, un tale piano e' stato l'avvicinamento e l'adesione all'Ue, ha detto Josipović. “La preparazione per l'adesione e' stata il motore principale delle riforme, democratizzazione della societa' e pace nella regione”, ha sottolineato il presidente croato aggiungendo che oggi la Croazia trasmette le sue esperienze euroatlantiche ai paesi vicini. “Con la Serbia siamo stati in guerra, mentre oggi abbiamo l'accordo sulla collaborazione militare che per molti e' sorprendente”, ha precisato Josipović rilevando anche che Zagabria appoggia il cammino europeo di Bosnia Erzegovina, Montenegro, Macedonia, Kosovo e Albania.

Alla conferenza di Monaco ha partecipato anche il premier serbo uscente Ivica Dačić. Infatti, uno dei temi di discussione, e' stata la situazione nei Balcani occidentali, in particolare le relazioni tra Serbia e Kosovo. Secondo Dačić, i rappresentanti europei e mondiali hanno plaudito i risultati che la leadership della Serbia ha raggiunto. Il panel sul dialogo tra Belgrado e Priština e' stato organizzato con la partecipazione dei principali protagonisti del dialogo: i premier serbo e kosovaro, Dačić e Thaci, nonche' l'Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza dell'Unione Europea, Cathrine Ashton. Si e' parlato anche del proseguimento del dialogo previsto per il prossimo 12 febbraio a Bruxelles. Come riportato dall'agenzia di stampa croata Hina, il premier uscente serbo ha invitato i serbi del Kosovo di partecipare alle elezioni parlamentari che si terranno quest'anno in Kosovo mentre il premier kosovaro Thaci da parte sua ha promesso piena collaborazione delle autorita' di Priština con la comunita' serba che e' cruciale per l'attuazione dell'accordo sulla normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Priština. La questione principale e' come convincere i serbi al nord del Kosovo di essere costruttivi e che la collaborazione e' nel loro interesse, ha rilevato Dačić. Ha ricordato che il problema del Kosovo e' un problema storico che pero' non deve trasformarsi in un conflitto congelato e si e' detto consapevole che la collaborazione con il Kosovo sara' cruciale per l'avanzamento del suo paese nel processo dei negoziati di adesione all'Ue. Secondo Hashim Thaci, dopo la firma dell'accordo di Bruxelles tra Belgrado e Priština le due parti “si sono liberate del passato” e godono oggi di relazioni migliori rispetto ad un anno e mezzo fa.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale

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