giovedì 19 dicembre 2013

SERBIA: DA GENNAIO I NEGOZIATI DI ADESIONE ALL'UE

Di Marina Szikora
I negoziati di adesione della Serbia con l’Unione Europea inizieranno definitivamente a gennaio. Lo hanno deciso i ministri degli Esteri dell’Ue riunitisi lunedì e martedì a Bruxelles in preparazione del Consiglio europeo che si svolge oggi e domani. Nel momento, quindi, in cui scriviamo questa corrispondenza siamo ancora in attesa dell’ultima parola che spetta appunto ai capi di Stato e di governo, ma già si sa, stando a quanto deciso dai capi delle diplomazie dei 28, a che punto stanno le cose relative al cammino europeo della Serbia.
I ministri degli esteri non hanno fissato una data precisa, ma, secondo le informazioni, la conferenza intergovernativa che segnerà il vero avvio dei negoziati, sarà convocata dalla Grecia che dal 1° gennaio assumerà la presidenza di turno dell’UE. Vi è stata una prima proposta del 21 gennaio come data della convocazione di questa conferenza e secondo quanto riportato dall'agenzia di stampa serba Tanjug questa data resta comunque la più probabile.
I ministri degli Esteri dell’UE hanno inserito nella cornice dei negoziati anche la controversa clausola con cui si afferma che Belgrado e Priština, entro la fine dei negoziati di adesione della Serbia, devono firmare un accordo giuridicamente vincolante. Su questa clausola ha insistito particolarmente la Germania, ma anche la Gran Bretagna.
Il Consiglio continuerà a seguire con attenzione l’impegno permanente della Serbia sulla normalizzazione delle relazioni con il Kosovo, nonché l’attuazione di tutto quello che è stato raggiunto con l’accordo, si legge nella bozza delle conclusioni del Consiglio ministeriale e si aggiunge che Belgrado e Priština non potranno porre veti reciproci sul processo di integrazione.
La Serbia viene invitata, inoltre, a prestare particolare attenzione allo stato di diritto e soprattutto alle riforme nei settori della giustizia e della lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata. Infine, Belgrado dovrà assicurare l’indipendenza delle istituzioni, la libertà dei media, il miglioramento del settore economico e imprenditoriale e la protezione delle minoranze, in particolare quella dei rom e della popolazione Lgbt.

Il testo è tratto dalla trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata inonda oggi a Radio Radicale.

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