lunedì 15 aprile 2013

LA TURCHIA E' IL PRIMO PAESE AD APRIRE UN'AMBASCIATA IN PALESTINA

Il console generale turco a Gerusalemme, Sakir Torunlar, sarà il primo ambasciatore ufficiale in Palestina. La sua qualifica è stata elevata di rango dopo che alla Palestina è stato riconosciuto come Stato non-membro alle Nazioni Unite. Torunlar ha presentato le sue credenziali al presidente palestinese, Mahmoud Abbas a Ramallah, ed è dato per scontato che saranno accettate, anche perché Ankara ha riconosciuto la Palestina nel 1988, anno della dichiarazione d'indipendenza proclamata dall'Olp.
La decisione viene dopo che la Turchia ha ripreso con Israele i rapporti gravemente incrinati nel giugno 2010 a seguito dell'assalto alla nave Mavi Marmara, componente della “Freedom Flotilla” che tentava di rompere l'isolamento della striscia di Gaza imposto da Tel Aviv, in cui morirono 9 attivisti turchi. Tre settimane fa, il viaggio in Medio Oriente del presidente americano Barack era stato l'occasione per un gesto distensivo del premier israeliano, Benjamin Netanyahu, che aveva telefonato al premier turco Recep Tayyip Erdogan, per porgere le scuse ufficiali.
Il processo di riappacificazione è attualmente in attesa di un accordo sugli indennizzi economici per le famiglie delle vittime della Navi Marmara e della revoca del blocco sulla Striscia di Gaza richiesta da Ankara, ma che il peggio sia alle spalle lo dimostra anche l'inedita proposta lanciata qualche giorno fa dal ministro turco dell'energia, che nel corso di un convegno ha parlato di una possibile “triangolazione” con Israele e Cipro per concordare lo sfruttamento delle ingenti risorse di gas e petrolio che sarebbe custodite nei fondali del Mediterraneo orientale.
E' evidente che da una parte la crisi siriana, sempre più grave e profonda, e dall'altra la minaccia del nucleare iraniano, spingono Ankara e Tel Aviv a mettere da parte incomprensioni e ripicche delgi ultimi anni e a riprendere i rapporti con la benedizione di Washington. Il processo di pace che si sta avviando tra il governo turco e la guerriglia curda e gli interessi economici ed energetici che Ankara sta sviluppando con il Kurdistan iracheno aggiungono ulteriori elementi per comprendere ancor meglio la politica estera della Turchia in Medio Oriente e in Palestina.


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