martedì 15 gennaio 2013

SLOVENIA: ACQUE DI NUOVO AGITATE PER IL GOVERNO DI JANEZ JANSA

Proteste contro la corruzione politica in Slovenia (AFP)


Acque politiche improvvisamente di nuovo agitate in Slovenia. Una settimana fa il premier Janez Janša aveva incassato l'appoggio del suo partito (SDS) il cui consiglio gli aveva confermato la fiducia con 281 voti favorevoli e solo quattro contrari, dopo l'annuncio dello stesso Jansa che si sarebbe dimesso dalla guida del governo qualora il suo partito avesse deciso di sfiduciarlo per essere finito nel mirino dell'anti-corruzione. In precedenza la corte costituzionale aveva bocciato tre referendum su altrettante leggi varate dal governo per far fronte alla crisi economica. Anche le manifestazioni di piazza, dopo la mobilitazione della fine di dicembre, sembravano in calo di partecipazione. Le braci, evidentemente, covavano sotto la cenere e hanno ripreso vigore al primo alito di vento che porta il nime di Lista Civica (Državljanska Lista, DL), la formazione guidata da Gregor Virant che minaccia di ritirarsi dalla maggioranza a seguito della pubblicazione, martedì della scorsa settimana, di un rapporto della Commissione anticorruzione che contesta irregolarità su asset e conti correnti bancari a Janša e al sindaco di Lubiana, Zoran Jankovic, ovvero i leader dei due più importanti partiti del Paese. Sabato La DL ha dato dieci giorni al premier: dimissioni o crisi di governo.

I CITTADINI SLOVENI MANIFESTERANNO ANCHE NEL 2013
di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale [*]
Gli sloveni avevano espresso i loro desideri per il 2013 manifestando e scendendo in piazza a fine del 2012 chiedendo all'attuale governo maggiore democrazia, uno stato di diritto e sociale. In altre parole, tutto quello che e' garantito loro dalla costituzione. Va sottolineato che il pil sloveno e' 35,5 miliardi di euro, il numero di disoccupati e' aumentato a 120 mila persone, i salari sono calati, l'import-export e' stagnante e l'inflazione e' aumentata fortemente.
Un piano ambizioso su come superare la crisi economica e sociale e' stato illustrato recentemente dall'ex direttore della McKinsey, ma secondo gli esperti sloveni il Paese e' purtroppo ancora diviso politicamente e questo frena la realizzazione delle indispensabili riforme e del concetto per il progresso. Uno degli esperti, lo sloveno Petar Kraljič, indica come obiettivi necessari la lotta per diminuire il deficit, il debito e l'inflazione, realizzare la concorrenza della Slovenia ed il suo inserimento tra i quindici migliori al mondo, la crescita del pil di oltre il 3 per cento annuo, l'investimento in ricerca e sviluppo del 4 percento del pil e almeno 60 mila di nuovi posti di lavoro.
Da tutto questo risulta che il governo sloveno nel 2013 dovrebbe ascoltare di piu' il suo popolo e gli esperti. L'insoddisfazione dei cittadini e' in crescita e si annunciano nuove manifestazioni. La prima e' prevista per la prima meta' di gennaio e poi altre regolarmente, fino all'adempimento delle richieste dei cittadini. 

[*] Il testo è tratto dalla puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 10 gennaio


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