giovedì 15 novembre 2012

SLOVENIA: PAHOR E TUERK AL BALLOTTAGGIO PER LE PRESIDENZIALI

Foto Darko Bandic / Associated Press
di Marina Szikora, corrispondente di Radio Radicale [*]
In Slovenia, domenica 11 novembre, gli elettori si sono recati alle urne per eleggere il nuovo presidente per i prossimi cinque anni. Anche se si tratta di una carica senza grandi poteri, la sua forza simbolica a causa dell'attuale crisi assume un valore aggiuntivo. A vincere al primo turno, dall'indipendenza del 1991, fino ad oggi è riuscito soltanto per due volte Milan Kučan, nel 1992 e nel 1997, mentre il defunto ex presidente Janez Drnovšek, nel 2002, e l'attuale presidente Danilo Tuerk, eletto nel 2007, hanno vinto al ballottaggio. Secondo i risultati di domenica, anche questa volta il futuro presidente sloveno sara' uno dei due sfidanti al secondo turno: l'ex premier Borut Pahor oppure il presidente uscente Danilo Tuerk. Borut Pahor, appoggiato dai socialdemoratici e dalla lista civica di Gregor Virant, ha ottenuto il 40 per cento di preferenze, mentre il presidente uscente Danilo Tuerk, come candidato indipendente appoggiato dal maggiore partito di opposizione, Slovenia Positiva, ha ottenuto il 35,84 per cento. Meno successo invece per il terzo candidato, con il 24,16 percento, l'europarlamentare Milan Zver, candidato del partito di governo Partito Democratico Sloveno dell'attuale premier Janez Janša e dei democristiani di Nova Slovenia.

Commentando i risultati del primo turno, il premier sloveno Janez Janša si e' detto deluso della bassa affluenza alle urne e ha annunciato che il suo partito riflettera' a chi dare il sostegno tra tre settimane al ballottaggio. Janša ha detto che a differenza di Tuerk e Pahor, l'europarlamentare del suo partito, Milan Zver nella sua campagna aveva parlato apertamente della situazione seria in cui si trova lo stato sloveno e ha appoggiato le urgenti riforme necessarie al paese per uscire dalla crisi. Ha accettato quindi il ruolo ingrato di difendere la politica antipopolare del governo. Secondo il premier sloveno, il paese necessita attualmente di diverse misure anticrisi per sanare il sistema bancario appesantito da mali crediti e per stabilizzare le finanze pubbliche. Per questa ragione, la decisione a chi dare appoggio nel secondo turno, tra Pahor o Tuerk, il partito di Janša la prendera' in relazione alla posizione dei due candidati su queste misure. Pahor e Tuerk hanno annunciato una battaglia che servira' a presentare meglio i loro programmi agli elettori.

L'ex premier e candidato con il maggior numero di voti ottenuti al primo turno, Borut Pahor, ha detto che il risultato ha superato le sue aspettative e che questo gli serve come ispirazione. Il presidente uscente Danilo Tuerk ha dichiarato invece che l'esito e' aperto, che lui e' ottimista e che spera nella vittoria al secondo turno. Al tempo stesso ha valutato che nella campagna elettorale ci sono stati molti "colpi bassi" e "menzogne". Ha aggiunto che al ballottaggio fara' il tutto possibile affinche' siano visibili "le differenze concettuali" tra lui e Pahor. "Mi impegno per uno stato onesto e diverso e come presidente nel secondo mandato aiutero' la costruzione di un tale paese", ha precisato Tuerk. Alludendo allo scandalo di corruzione chiamato Patria, il presidente uscente ha indicato che la Slovenia e' l'unico stato dell'Unione Europea in cui si conduce un processo penale contro il presidente del governo e che su questo bisogna riflettere seriamente.

Dal punto di vista croato, c'e' da dire che subito dopo i risultati preliminari, Borut Pahor ha dichiarato al quotidiano di Zagabria 'Večernji list' di essere certo che esiste la possibilita' e il modo in cui i due paesi amici, due popoli amici, possono risolvere il problema della Ljubljanska banka a fin di bene di entrambe le parti. La sua posizione conciliante e moderata, è del tutto diversa rispetto alle voci che negli ultimi tempi arrivano dalla Slovenia, in particolare quando si tratta della ratifica del trattato di adesione della Croazia all'Ue, osserva 'Večernji list'. "Resto assolutamente convinto che la Slovenia deve al piu' presto attivare la ratifica dell'accordo di adesione", ha precisato Pahor e ha aggiunto che la Slovenia ha compiti da fare a casa - problemi economici e politici - mentre ostacolare la ratifica del trattato di adesione croato comprometterebbe soltanto la fiducia tra i Paesi stranieri. Nel caso di tensioni all'interno dell'Ue, la Slovenia deve “proteggersi” con i vicini, membri delle stesse organizzazioni internazionali, della Nato e dell'Ue. Che entrambi le parti facciano passi avanti, la Slovenia con la ratifica, la Croazia verso l'accordo di Vienna sulla secessione, ha rilevato l'ex premier sloveno a cui si attribuisce come uno dei grandi successi la soluzione della disputa sul confine con la Croazia. Va detto infine, che la posizione di Pahor sulla ratifica, almeno formalmente, non e' condivisa dal premier Janez Janša.

[*] Il testo è la trascrizione della corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda oggi a Radio Radicale


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