giovedì 23 febbraio 2012

LA SERBIA IN ATTESA DELLE DECISIONI DI BRUXELLES

di Marina Szikora [*]
I media serbi hanno giudicato la giornata di martedi' come il "D Day" per la Serbia che il prossimo mese si aspetta una risposta positiva relativa allo status di candidato all'adesione. "D Day" perche' martedi' e' dovuto proseguire l'interrotto dialogo tra Serbia e Kosovo. Secondo i media serbi, sul cammino europeo della Serbia continua ad esserci l'ostacolo principale che e' la irrisolta questione del Kosovo. "Il Kosovo e' il grande buco nero e cosi' sara' anche la Grecia se falliscono le riforme politiche ed economiche", scrive in questi giorni il giornale svedese 'Expressen' e questo articolo e' stato riportato da tutti i media serbi in vista della ripresa del dialogo tra Belgrado e Priština. Ma come scrive il quotidiano di Zagabria 'Vjesnik', il ritardo della delegazione di Priština a Bruxelles dove doveva iniziare il dialogo dopo due mesi di sospensione, ha aumentato la gia' fervente atmosfera.

L'obiettivo del dialogo tra le due parti e' quello di raggiungere un accordo sull'amminsitrazione integrata ai posti di confine e sullo status regionale del Kosovo. Terza questione e' la libera circolazione della KFOR e dell'EULEX in Kosovo. Secondo l'articolo svedese, l'Occidente ha investito cinque miliardi di euro in Kosovo dove il tasso di disoccupazione e' del 45 percento. In questo modo, il paese dipende dall'aiuto internazionale, ma vi fioriscono corruzione, criminale, traffico di armi e di droga nonche' traffico di esseri umani, scrive il giornale svedese riferendosi ai rapporti di Europol. "In Kosovo nessuno sa cosa fa l'Ue, l'ONU, il governo, l'ambasciata americana o la mafia. Tutte le decisioni del parlamento il quale e' diviso nei clan oppure quelle del governo inefficace possono essere abolite dal rappresentante della comunita' internazionale.

L'articolo non sorprende soprattutto per il fatto che la Svezia era pronta ad appoggiare lo status di candidato della Serbia ancora lo scorso dicembre e anche adesso rileva che Belgrado con il suo impegno per trovare una soluzione relativa al Kosovo merita questo status. Il ministro degli esteri francese Allain Juppe per 'Večernje novosti" parla altrettanto a favore dello status di candidato alla Serbia. Anche dalla Repubblica Ceca arriva il sostegno alla candidatura serba e i vertici cechi ritengono che lo status di candidato non deve essere legato alla questione Kosovo. Va detto anche che un nuovo ostacolo e' emerso qualche giorno fa quando, secondo le informazioni mediatiche, il governo di Priština ha inviato una lettera all'Ue in cui il Kosovo accusa la Serbia per il fallimento del dialogo e invita l'Ue di non dare lo status di candidato alla Serbia. Questo ha subito provocato reazioni da parte di Belgrado che vede la lettera come una prova che la candidatura serba e' questione politica e non una questione di adempimento dei criteri. Bruxelles invece dichiara di non essere a conoscenza di questa lettera.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata odierna di Passaggio a Sud Est.

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