mercoledì 3 agosto 2011

LA CRISI DEL KOSOVO SI RIPERCUOTE IN BOSNIA

Un mercato a Sarajevo
di Marina Szikora [*]
A causa della crisi in Kosovo soffre anche la Bosnia Erzegovina. In questo momento sono sospese in Kosovo tutte le importazioni provenienti dalla BiH. Il paese subisce grandi danni a causa della decisione delle autorità kosovare di introdurre tasse doganali per i prodotti bosniaci che arrivano sul mercato kosovaro, ha detto martedì l'analista economico della Camera di commercio estero della BiH, Duljko Hasić, che fa notare come dal 20 luglio, da quando cioè il governo di Priština ha introdotto le tasse doganali del 10% sulla merci bosniache, è completamente interrotta la libera circolazione delle merci sul mercato kosovaro. Secondo Hasić, questa situazione è stata utilizzata da Montenegro, Croazia e Macedonia che hanno piazzato i loro prodotti sul mercato kosovaro per un valore di 159 milioni di marchi convertibili.

L'analista economico ricorda che la Camera di commercio estero della BiH e la Camera economica della Serbia hanno reagito congiuntamente alla decisione unilaterale delle autorità kosovare sull'embargo relativo alle importazioni dalla Serbia e l'introduzione delle tasse doganali per le merci provenienti dalla Bosnia: è stata inviata una lettera al presidente dell'ufficio CEFTA (l'Accordo centroeuropeo di libero scambio), Robert Sorenson, e al rappresentante speciale del segretario generale dell'UNMIK (l'amministrazione dell'Onu in Kosovo), nonche' al direttore CEFTA di Bruxelles, in cui si chiede di bloccare la decisione del governo kosovaro. Finora, però, dalle istituzioni internazionali non c'è stata nessuna risposta a quello che si afferma essere una violazione degli accordi di libera circolazione delle merci, ha ricordato Hasić.

Per quanto riguarda la Bosnia Erzegovina, va anche detto che il presidente della Republika Srpska, Milorad Dodik, in questi giorni va ripetendo che che la Bosnia “non è uno stato normale”. Dodik sottolinea che non sono accettabili discorsi relativi ad una “Bosnia noramle” che per alcuni è normale e per altri invece no. “Non vogliamo qui una forte presenza della Turchia poiché essa sta tifando per i bosgnacchi sostenendo loro e non noi perché non vogliono accettarci e non ci vedono come partner", ha affermato Dodik rilevando che la RS adesso è stabile e che, dopo il 2005, “ha riconquistato la sua posizione in Bosnia, in modo tale di non essere più un supermercato dal quale quelli di Sarajevo prendevano tutto senza lasciare niente alla RS”. Per Dodik, la Bosnia Erzegovina non ce la può fare senza la Republika Srpska, mentre la RS può fare a meno della Bosnia, anche se, al tempo stesso, indica la convivenza pacifica come priorità della RS.

Dodik ritiene che la questione del Kosono non sia risolta e ribadisce che la Republika Srpska non può appoggiare l'indipendenza del Kosovo. “In questo senso noi seguiremo Belgrado”, ha detto Dodik aggiungendo che la richiesta di un dialogo e di soluzione pacifica sono alla base della possibile soluzione. Dodik ha concluso che “è completamente fallito il concetto dell'impegno internazionale in Kosovo relativo alla creazione di una società multietnica, poiché una tale società non è stata creata me vi esiste soltanto una divisione nazionale”.

[*]Corrispondente di Radio Radicale

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