giovedì 23 giugno 2011

CROAZIA, UE: A FINE MESE LA CONCLUSIONE DEI NEGOZIATI DI ADESIONE

Di Marina Szikora [*]
"Non c'e' piu' nessun ostacolo per la conclusione dei negoziati di adesione della Croazia entro la fine di giugno e sono rimaste ancora soltanto alcune questioni tecniche da risolvere sulle queli si sta' lavorando. Non vedo alcun ostacolo alla conclusione dei negoziati fino al 30 giugno" ha detto mercoledi' il ministro degli esteri ungherese Janos Martonyi a Lussemburgo, a conclusione del Consiglio per gli affari generali che compongono i ministri degli esteri o degli affari europei dei 27. I capi delle diplomazie dei stati membri hanno preparato le conclusioni per la riunione dei leader europei che si svolgera' oggi giovedi' e venerdi' a Bruxelles. Secondo queste conclusioni preparatorie per il vertice, i leader dell'Ue inviteranno alla conclusione dei negoziati di adesione croati entro la fine di questo mese e alla firma del trattato di adesione entro la fine dell'anno. Il tutto in base alle posizioni comuni che recentemente sono state presentate dalla Commissione europea. Se il Consiglio europeo accogliera' le sudette conclusioni questo rappresentera' la decisione politica sulla conclusione dei negoziati dopodiche' resterebbe ancora chiudere formalmente i rimanenti capitoli entro questo mese. Una settimana dunque importantissima per la Croazia che sabato 25 giugno festeggera' allora in modo piu' idoneo il ventennale della sua indipendenza. E' stato anche annunciato che la futura presidenza polacca all'Ue preparera' il callendario per la preparazione e per la ratifica del trattato di adesione.

Sempre a Lussemburgo, in vista della riunione dei ministri degli esteri, il capo della diplomazia lussemburghese, Jean Asselborn ha dichiarato che la membership croata non e' piu' un problema per l'Ue e che resta solo accordarsi ancora su alcuni particolari il che, appunto, dovrebbe essere risolto tra oggi e domani. Il target, ha confermato Asselborn, e' il primo luglio 2013 e si e' sulla buona via. Per quanto riguarda il ministro degli esteri olandese e' necessario pero' "un monitoring rafforazato" relativo all'adempimento degli obblighi croati, mentre il suo collega svedese, Carl Bildt ritiene invece che cio' non e' necessario. Secondo il ministro olandese Uri Rosenthal c'e' bisogno di un rafforzato monitoraggio nel periodo dalla conclusione dei negoziati fino all'ingresso della Croazia nell'Ue. "Questo monitoring deve essere esplicito in alcune componenti relative allo stato di diritto, lotta contro la corruzione ecc." ha detto Rosenthal. Il ministro finlandese Alexander Stubb ha sottolineato l'importanza del controllo dell'adempimento degli obblighi nel capitolo negoziale Giustizia e diritti fondamentali e ha aggiunto che non e' accettabile il monitoraggio dopo l'ingresso come nel caso della Bulgaria e Romania.

E' chiaro che nel susseguirsi delle notizie dai vertici dell'Ue e mentre si e' in attesa di vicende veramente storiche per il paese che per ben sei anni si trova sulla via verso l'integrazione europea, diverse sono le analisi ed i commenti sul futuro non soltanto croato ma anche, giustamente, dell'Europa nel suo insieme. Tra questi un commento del giornalista croato Denis Romac pubblicato lo scorso 18 giugno sul quotidano di Fiume 'Novi list'. In questo articolo, il giornalista croato si chiede scetticamente se dopo il fallimento della Grecia che avra' ripercussioni sulla zona euro e sull'Ue, se fallira' anche l'euro e quindi senza il piu' grande aquisimento dell'Europa unita non ci sara' piu' nemmeno l'Ue? Romac sottolinea che bisogna tener presente comunque, per quanto riguarda la Croazia, che l'opinione e le raccomandazioni della Commissione europea sono una cosa, ma la decisione finale e' nell'ingerenza degli stati membri dell'Ue che non hanno ancora preso la decisione definitva sulla conclusione dei negoziati croati. Per questo, sottolinea il giornalista di Fiume, solo quelli ingenui credono che con la data della conclusione dei negoziati di adesione e' tutto finito e che fino all'ingresso della Croazia nell'Ue tra circa due anni non sono possibili ulteriori complicazioni. Tali complicazioni sono possibili soprattutto durante il processo di ratifica del trattato di adesione croato dopo che esso verra' molto probabilmente firmato a fine anno. Ma il trattato croato dovra' poi essere ratificato in tutti i paesi membri dell'Ue nel tempo previsto affinche' la Croazia possa veramente diventare il 1 luglio 2013 il 28esimo paese membro dell'Ue.

Nonostante tutte le possibili complicazioni relative alla ratifica, prosegue il giornalista di 'Novi list', forse la piu' grande incognita collegata con l'ingresso di Zagabria nell'Ue sta' dall'altra parte, nella stessa Ue. In effetti, l'Unione in questo momento vive la piu' grande crisi dalla sua istituzione e questa crisi non e' per niente soltanto economica ne' soltanto la crisi della zona euro. Non si tratta nemmeno solo del pericolo della bancarotta della Grecia, che in un modo o nell'altro ormai e' inevitabile, e poi successivamente di alcuni altri paesi periferici, ma si tratta della bancarotta della politica europea che sta' facendo tremare le fondamenta dell'Ue. E' accaduto, scrive il giornalista croato, quello che abbiamo previsto da tanto tempo: la crisi economica nel frattempo si e' trasformata in una crisi sociale e di societa'. "Attraverso la periferia europea – Grecia, Spagna, Portogallo, Irlanda... - a causa di misure drastiche di risparmio, si difondono insoddisfazione e rivolta. Il giovane precariato e' uscito in piazza. In Spagna il tasso di disoccupazione tra i giovani e' da tempo oltre il 40 percento.... L'insoddisfazione dal sud europeo, come una fiamma infrenabile, si sta trasferendo pian piano al nord. Il definitivo crollo finanziario della Grecia e del Portogallo condurebbe infine alla creazione di una Ue a due velocita', anche se gia' adesso si puo' parlare di membri di primo e di secondo grado dell'Ue..." e' dell'opinione questo giornalista croato e aggiunge che piu' nessuno ha illusioni sull'uguaglianza all'interno dell'Ue soprattutto tra i grandi e potenti vecchi membri e quelli nuovi e minori che hanno aderito nel 2004.

In conclusione, Romac pone la domanda a quale Europa aderira' la Croazia con la sua economia crollante e con il bilancio statale che da anni spende molto di piu' rispetto a quello che guadagna? In quell'Europa dove ci sono la Germania e la Francia, oppure in quella dove ci sono il Portogallo, la Grecia e l'Irlanda? Non e' quindi la questione fondamentale se la Croazia aderira' all'Ue e nemmeno quando questo esattamente accadra'. La vera domanda e' a quale Ue si associera' la Croazia e che cosa rimarra' nell'estate 2013 dell'Ue? conclude Denis Romac di 'Novi list'.

[*] Corrispondente di Radio Radicale. Il testo è tratto dalla corrispondenza per la puntata di Passaggio a Sud Est andata in onda il 23 giugno a Radio Radicale

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